La riflessologia plantare: terminologia e tecniche

Feb 24, 2021

La riflessologia plantare

La riflessologia plantare è una tecnica  di medicina alternativa che prevede il massaggio di specifiche zone dei piedi e delle mani, con l’intento finale di apportare dei benefici ad altri elementi anatomici del corpo umano sofferenti per una qualche ragione.
L’idea che sta alla base della riflessologia plantare rende questa terapia efficace e il sollievo possibile e raggiungibile perché studia la corrispondenza fra determinate zone di piedi e mani, a ben precisi organi, strutture nervose, articolazioni e ghiandole di tutto l’organismo.
L’atto del massaggio deve essere compiuto da un professionista esperto che si avvale solitamente delle dita delle proprie mani, senza il ricorso a oli o lozioni particolari. Il piede è la struttura anatomica posta all’estremità distale di ciascun arto inferiore del corpo umano.

Culminante con 5 dita, possiede una struttura alquanto complessa, che include numerose ossaarticolazionilegamentimuscoli e tendini. Il piede svolge un’importante funzione per il corpo umano e spesso viene trascurato ingiustamente, ma chi studia la riflessologia plantare ha invece intuito i grandissimi benefici che una persona può trarre dalla manipolazione di questo organo.

Nonostante  questa professione non possa considerarsi medica,  essa presenta una struttura terminologica e teorica ben precisa e  che bisogna sottolineare se si vuole comprendere la profondità della riflessologia plantare.

Tutta la costellazione di tecniche presenti nella letteratura della riflessoterapia saranno analizzate prossimamente. Innanzitutto però vediamo quali sono le parti più importanti su cui il riflessologo opera e agisce:

  1. Base delle dita del piede, ovvero il punto in cui le dita si uniscono al piede formando un cuscinetto estremamente sensibile, ma di fondamentale importanza.

Incavo dell’osso cuboide, cioè quell’area morbida che si trova sotto la linea della vita. Il riflessologo riesce, con il suo lavoro, a individuarla trascinando un dito lungo il bordo esterno del piede, attraversando tutta la base e individuando, lì, una delle zone di più importanti su cui operare per ottenere benessere.

  1. Lato interno del piede, situato nella zona mediana della pianta.
  2. Lato esterno del piede, perché il riflessologo non trascura le parti periferiche dell’arto, quindi anche i laterali del piede, come scopriremo, hanno la loro importanza.
  3. Diaframma: nella base del metatarso, come abbiamo visto in precedenza, si trova la linea di riferimento di quest’organo. Il piede, in quel punto, presenta un diverso colore nonché un diverso tessuto, proprio a indicare una articolazione importantissima sia per il piede che per l’intero organismo.
  4. Alla base dell’alluce, sul lato interno del piede, invece, corrisponde la cervicale, ossia quella zona localizzata alla base del collo nel punto in cui la spina dorsale si incontra con le ossa finali della scatola cranica e che spesso, per motivi di salute o per cambiamenti climatici o scorrette posizioni assunte durante la giornata, genera sofferenze e dolore nelle persone predisposte.
  5. Tra l’alluce e il secondo dito del piede, in corrispondenza della linea del diaframma, si trova invece il plesso solare. Detto anche cervello addominali questa zona fortemente erogena contiene tantissimi nervi e reticoli nervosi.
  6. Si chiama sporgenza dell’astragalo quella situata fra la parte interna ed esterna della caviglia, in corrispondenza della protuberanza rotonda del piede, al di sotto del dito mignolo.
  7. I depositi cristallini sono una di quelle zone nascoste del piede che, solo grazie alla manipolazione di alcuni riflessi, è possibile trovare sebbene non siano diffusi in tutte le aree del piede Solo il riflessologo dotato di particolare sensibilità riesce a trovare questa componente fondamentale, non localizzata ma diffusa in tutte le zone dell’arto.
  8. Quando l’alluce viene flesso all’indietro si può vedere il tendine. Situato sulla pianta del piede esso si inserisce fra la linea del diaframma e il tallone, formando una protuberanza. Durante la flessione esso procura la sensazione di una banda tesa. Il tendine più importante del piede – sia per il volume che occupa sia per l’aspetto clinico che ricopre – è il tendine d’Achille. Questa struttura tendinea collega i muscoli del polpaccio (i due gemelli e il soleo) al calcagno. È fondamentale per camminare, correre e saltare. La sua rottura limita fortemente le capacità motorie di una persona e richiede un intervento chirurgico ricostruttivo.
  9. Localizzando la sporgenza del piede che si crea verso la metà della parte esterna e il quinto osso del metatarso si individua la linea della vita.
  10. La fascia plantare è un legamento che si trova sul margine inferiore del piede e che decorre dal calcagno, cioè dalle ossa del tallone, alle ossa delle dite. Sembrerebbe un arco e, proprio grazie alla sua particolare conformazione, permette la curvatura del piede fungendo, inoltre, da cuscinetto che assorbe tutti gli shock e i dislivelli delle camminate, della corsa.

Poste quindi le aree in cui il piede si suddivide e che, per una persona normale, sembrano moltissime, bisogna ora stabilire quali sono le tecniche più importanti che il riflessologo in formazione deve imparare e saper padroneggiare in futuro.

  1. Il movimento incrociato è molto importante nella riflessologia plantare e si attua quando il massaggiatore opera in un’ampia area del piede; inizialmente agisce con una mano e poi si lascia aiutare anche dall’altra. L’alternanza delle mani, infatti, ha la funzione di avere la sicurezza nell’ottenimento degli effetti voluti su tutta la parte interessata all’azione.
  2. Lo stiramento dei cuscinetti metatarsali verso il basso: la zona interessata è situata sotto il metatarso. Questa tecnica viene usata per ottenere dei risultatu sui riflessi di occhio e orecchie. Il riflessologo che impiega questa tecnica impiega una gestualità molto particolare. Appoggiato il pollice della sua mano sul metatarso, afferra il piede da sotto le dita e fa scorrere il pollice in giù, verso il tallone, riuscendo, così, ad aprire il tessuto sotto le dita.
  3. La rotazione ha la funzione per sciogliere un’area tesa del corpo e rilassare il ricevente; si attua con un movimento circolare, in senso orario e antiorario, sul piede, con la mano di posizionamento. In alcuni casi potrà anche sciogliere i muscoli della parte posteriore della gamba, regalando un senso generale di benessere.
  4. L’aggancio il e rientro vengono usate dal riflessologo qualora il ricevente avesse la necessità di una azione in un’area che richiede precisione e profondità come nel caso della flessura sigmoidea. Si effettua poggiando l’angolo interno del pollice sul riflesso ma, anziché farlo scorrere lungo la pianta, viene spinto effettuando una pressione interna sotto il piede, per poi ritirarlo indietro.
  5. La tecnica ad ago viene utilizzata quando il riflessologo deve operare su un area molto piccola come ad esempio lipofisi, punto in cui, per ottenere effetto, c’è bisogno di un contatto molto preciso ed accurato.
  6. Anche il movimento sulla cresta è utilizzato qualora si voglia intervenire sui riflessi dell’occhio e dell’orecchio. Il riflessologo impiega il lato esterno del pollice, al quale il professionista darà un movimento dall’alto verso il basso, scorrendo su questa base.
  7. L’azione a leva è una tecnica che il riflessologo impiega usando le sue dita con un movimento opposto a quello del pollice e viceversa. Questo movimento, dando ppiù resistenza al pollice, consente al professionista di raggiungere un contatto più agevole con tutto il piede.

La riflessologia plantare, come abbiamo visto, quindi, è una tecnica di massaggio molto interessante e, allo stesso tempo, complessa. Di conseguenza un professionista ha bisogno di grandi conoscenze e tanto impegno per svolgerla al meglio, ma una cosa è certa: in un prossimo futuro sempre più persone ne faranno uso e ne trarranno enormi benefici per il loro equilibrio psicofisico.

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